Il giorno prima dell’abdicazione che aprì le porte dell’esilio all’Isola d’Elba, Bonaparte consumò il pregiato vino rosso.
Ma dietro a tutto c’è lo zampino di una donna…
Il suo preferito era lo Chambertin. Lo pretese anche nella notte più lunga e drammatica a Fontainebleau, l’ultima da Imperatore. Napoleone Bonaparte adorava il vino prodotto nella zona che apre la Route dei Grands Crus de la Cote d’Or. Gevrey-Chambertin è l’enclave a nord della Cote de Nuits, dove il vitigno autoctono matura in condizioni climatiche ottimali (estati calde e autunni secchi).
Oltre quattrocento ettari vitati, distese di vigneti come se fosse un grande mare verde: è qui che il terroir – in prevalenza roccia calcarea – esprime il massimo delle potenzialità. La denominazione Gevrey-Chambertin è assegnata solo ai vini rossi prodotti nell’omonima cittadina.
Ma perchè Napoleone era tanto affascinato da questo vino? Probabilmente amava il colore acceso e intenso, oltre al profumo che rimanda a note di sottobosco e piccoli frutti rossi. Lo Chambertin è un vino che in bocca esprime freschezza e rotondità ma per apprezzarne appieno le caratteristiche bisogna dare tempo al tempo, perchè la giusta armonia si manifesta entro i quindici anni dalla vendemmia.
Nell’ultima notte da Imperatore, Napoleone ordinò al Valletto di Camera Hubert, una bottiglia di Chambertin. Alcuni fonti storiche ipotizzano che la preziosa collezione custodita nelle cantina del castello di Fontainebleau, provenisse dall’esclusivo vigneto Clos-de-Bèze.
Sapete che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna?
Qui c’è lo zampino dell’Imperatrice Josephine, amante ma anche esperta di vini. È stata lei a insegnare al marito ad apprezzare le migliori espressioni della viticoltura, non solo francese.
Celebre la cantina di Josephin a Malmaison, nella residenza dove viveva e dove dava sfoggio della spiccata dote di ospitalità e convivialità. Apprezzatissimi erano i suoi banchetti e la qualità dei vini che offriva agli ospiti.
Incredibile ma vero! La cantina dell’Imperatrice Josephine contava qualcosa come oltre tredicimila bottiglie fatte arrivare da diverse zone prestigose: da Bordeaux a Bourgogne, Champagne, Cote du Rhone ma anche da Italia, Grecia, Spagna e perfino Sud Africa.
Immancabili sulle tavole allestite sempre con stile ed eleganza, le bollicine: Josephine amava le migliori produzioni di Champagne di Francois Irénée, Jean-Remy Moet e Ruinart. Ma l’Imperatrice aveva un debole anche per il rhum che le ricordava le radici della terra d’origine: la Martinica.
La parabola di Bonaparte consegna alla storia una figura leggendaria, con milioni di appassionati all’epopea napoleonica in tutto il mondo. Mi piace pensare che una piccola parte della sua aura di celebrità sia dovuta anche alla passione per lo Chambertin. Del resto, lui stesso scrive: “Niente rende il futuro così roseo come il contemplarlo attraverso un bicchiere di Chambertin“.
Devi essere connesso per inviare un commento.