Vino vs Birra è una sfida anche donne vs uomini?

VINO BIRRA – Vino e birra sono due tra le bevande alcoliche più consumate al mondo. La lotta i sostenitori dell’una e dell’altra sono sempre molto accese. Se ne fa una questione di età, ma anche di genere. In realtà però la verità è che l’unica differenza è quella relativa ai gusti di ognuno di noi. Ma visto che non è una cosa che ci piace accettare così facilmente facciamo un po’ di chiarezza fra i dati di ogni fazione.
Particolare interesse sta avendo il Giappone, con una crescita dell’8,2% di consumo di vino biologico: proprio il Giappone ci risulta come un caso particolare, vista la produzione del vino biologico Koshu, ricavato da uva rosa e dal colore (ovviamente) rosa e dai sentori agrumati e freschi.
Vino vs Birra storia e prime differenze
Per cominciare a fare un po’ di chiarezza tra la rivalità che intercorre tra le due bevande alcoliche che più sono presenti nelle nostre tavole occorre cominciare dalle loro origini. Per esempio, sembra difficile dirlo, ma le prime testimonianze di produzione di birre risale al 9.000 a.C., contro quelle del vino che risalgono a non prima del 6.000 a.C. Sono un bel po’ i millenni che intercorrono tra le due.
Le differenze fra le due però sono sostanziali sotto diversi fronti. Partiamo a descriverle da una delle poche cose che hanno in comune: i polifenoli. Queste sostanze sono infatti coloro che attribuiscono le principali caratteristiche alle bevande, infatti è proprio il loro diverso quantitativo in vino e birra, anche nelle diverse specialità dell’uno e dell’altra a fare la differenza. Non solo, per il vino le grandi varietà presenti sono dettate dalle diverse varietà di vitigni coltivati, per le birre la diversificazione per lo più la fa la ricetta con la quale si ottiene il prodotto finale. Non a caso di birre esistono sostanzialmente solo 3 grandi famiglie: ALE, Lager, Pils, a cui fanno capo tutte le produzioni esistenti.
Produzione
Se la possibilità di giocare con le diverse varietà di vitigni da una parte costituisce un vantaggio per il vino, dall’altra è uno svantaggio per quanto riguarda la riproducibilità. Ogni vitigno infatti è fortemente legato al territorio di coltivazione, per la birra invece non vincoli di riproducibilità legati a posizione geografica o altro.
Rimanendo sul tema della produzione, se per il vino l’ingrediente principale è l’uva per la birra sono molti. Si parte con il luppolo, che in realtà è stato l’ultimo ingrediente ad essere inserto, in quanto è ciò che permetteva agli esportatori inglesi di far compiere lunghi viaggi per mare alla birra senza che questa perdesse tutte le sue proprietà durante il trasporto. Ancora oggi il luppolo viene utilizzato come conservante naturale per salvaguardare gli ingredienti principali delle birre come malto, grano, riso e mais.
Come varia la preferenza tra vino e birra nella società
Ma per quanto riguarda il consumo quali sono le ditte terze tra vino e birra? I dati relativi all’età non sorprendono molto. Infatti sono i giovanissimi a preferire maggiormente la birra a discapito del vino, che invece conquista il pubblico più maturo anagraficamente. Nella lotta tra i sessi come si posizionano invece le due bevande? Nell’immaginario collettivo, almeno in Italia, si ritiene che la birra sia una bevanda maschile mentre il vino sia prettamente una bevanda femminile. Questa idea è sostenuta dal fatto che almeno 1 donna su 3, tra i 18 e 24 anni è convinta che la birra gonfi e faccia ingrassare. Per fortuna ad oggi il 40% delle donne sa che se la birra viene versata con la sua schiuma in un bicchiere ha addirittura meno calorie di un succo di frutta e di un calice di vino.
Quindi la rimonta del consumo di birra tra le donne ha inizio con i dati a conferma. Studi condotti da ISTAT e Assobirra dimostra che 6 italiane su 10 dichiarano di bere birra, dato cresciuto del 25% rispetto a 10 anni fa. In più sono oltre 6 milioni le Italiane che dicono di preferirla al vino. Il confronto tra uomini e donne vede invece 20 milioni di uomini contro 16,4 milioni di donne consumare birra.
Il fatto che siano gli uomini a preferire il vino alla birra rispetto alle donne viene confermato anche dai dati relativi alle visite nelle enoteche e nei birrifici per degustazioni. Infatti se per le visite nelle enoteche si ha una vittoria schiacciante degli uomini con il 43% contro il 38% delle donne, per le distillerie e birrifici la differenza è minima. Infatti gli uomini hanno una percentuale del 33% e le donne de 28%.
Vino vs birra, uomini vs donne nel resto del mondo
Nonostante il consumo di birra sia in crescita tra le donne, queste rimangono comunque le maggiori esperte nel settore vinicolo, non solo in Italia, ma anche all’esterno. A spiegarlo è Donatella Cinelli Colombini, pioniera dell’enologia al femminile e presidente dell’Associazione Le donne del vino.
“Le donne a livello mondiale sono le maggiori acquirenti di vino. Lo comprano per consumo familiare quando fanno la spesa, e via via si stanno facendo sempre più consapevoli: comprano in enoteca, cercano prodotti di qualità. Eppure, guardando i dati, emerge un “ritratto di signora” completamente diverso dall’immagine frivola e leggera (enologicamente parlando) che si vuole attribuire al gentil sesso. L’influenza femminile è molto forte in Asia: in Giappone il concorso enologico Sakura ha una giuria interamente femminile, in Cina i grandi buyer, i protagonisti del mercato, sono donne. In questi Paesi i corsi di laurea in enologia sono frequentati quasi interamente da studentesse. Nel resto del mondo rimane la prevalenza femminile nell’acquisto, ma la scelta è a macchia di leopardo. Così da noi la carta dei vini al ristorante la danno sempre all’uomo, ma l’evoluzione procede”.
Per quanto riguarda la birra invece l’Italia è tra i primi paesi in cui le donne preferiscono la birra al vino e a tutte le altre bevande alcoliche, con una media di 1 su 4. Davanti a noi troviamo le donne spagnole. Mentre la posizione nella classifica relativa al consumo ci vede molto più indietro rispetto alle teste si serie come irlandesi, spagnole, ceche e russe.
La scelta non è una questione di genere ma di educazione al gusto
Se si esce dal confronto tra vino e birra, cosa preferiscono le donne e gli uomini all’interno di ognuna delle due categorie?
Per quanto riguarda la birra la preferita per tutti è la chiara. Ma non per tutte le donne vale questo discorso.
“Negli anni Ottanta – continua Alberto Frausin, presidente di AssoBirra – trovare una ragazza che bevesse un bicchiere di lager senza storcere la bocca per l’amaro era un’impresa quasi impossibile. Allora, 3 donne su 4 la consideravano una bevanda di nessun interesse, decisamente lontana dal loro gusto.”
Per quanto riguarda il vino invece la questione è molto più difficile e spinosa, poiché ancora sono molto forti antichi pregiudizi. Infatti se si guarda alla realtà i dati descrivono un panorama nettamente diverso dall’immaginario collettivo e lo spiega molto bene Eleonora Guerini, Chief Marketing Officer del Gruppo Bertani Domains:
“Ogni volta che sento la definizione “vini da donne” mi chiedo come sia possibile. Come sia possibile che noi donne, che siamo instabili, pazze, lunatiche, inaffidabili eccetera eccetera, quando si parla di vini improvvisamente diventiamo piatte e banali, prevedibili. Insomma, ci prendiamo sempre il peggio. In realtà, penso che non ci siano vere distinzioni di genere nel gusto di maschi e femmine; semplicemente ci sono distinzioni di costume, cui la donna finisce per aderire. Come quando da piccole ci regalano solo bambole: se regalassero trenini alle bambine, magari gli verrebbe voglia di fare l’ingegnere e non l’infermiera. Quella tra vini leggeri e palato femminile è solo una corrispondenza dettata dalla consuetudine: ci sono tanti maschi a cui piacciono i sapori delicati! Si tratta solo di educazione, di avere la possibilità di entrare a contatto con più vini diversi: se assaggi solo vini di un certo tipo, finiscono per piacerti, ti costruiscono addosso un paradigma cui inevitabilmente tendi ad aderire”.

Viola Meacci, nata e cresciuta in un piccolo paesino della provincia di Arezzo, ha portato avanti studi scientifici per gran parte della sua vita. Diplomata presso il Liceo Scientifico Giovanni da Castiglione, prosegue i suoi studi presso il corso di Ingegneria Biomedica, all’Università di Pisa. Le sue capacità organizzative le permettono di gestire un nutrito gruppo di autori. Editrice, Account Manager e User Interface & SEO sono alcune delle sue mansioni attualmente.