VINO IN LATTINA – Siamo forse arrivati all’età del ferro per il vino? Tra le polemiche sulla nuova proposta irlandese per gli alert e l’aumento del costo del materiale del 20%, il vino sta attraversando la crisi del settimo anno.
Il vino a confronto con una nuova epoca
Da bevanda simbolo di classe e ricchezza sembra essere caduta in disgrazia come se in questa nuova epoca ossessionata dal benessere e dall’ecologia (cosa onorevole, nella maggioranza dei casi), non ci sia più spazio neanche per il vino.
Ma in tutto questo marasma esiste una bolla felice, un luogo dove il vino può tornare in un’altra veste: stiamo parlando della catena di supermercati londinese waitrose & partners, dove dal 15 gennaio di quest’anno è disponibile il vino in lattina.
Arriva un nuovo business : il vino in lattina
”Le lattine di alluminio pesano molto meno e creano meno della metà delle emissioni di CO2 rispetto alle equivalenti bottiglie di vetro monouso. Inoltre, possono essere riciclate un numero infinito di volte” afferma Barry Dick, Master of Wine e responsabile dell’approvvigionamento di birre e superalcolici della catena (fonte “Wine Meridian“).
Dunque secondo Barry Dick il vino in lattina sarebbe un’ottima soluzione ecologica, poiché i contenitori sono facilmente riciclabili, ma non solo, potrebbe essere anche un espediente per il consumo consapevole, date le dimensioni ridotte del packaging, quindi niente più galloni da 75cl.
Alzano le mani alcuni prodotti come Champagne, Prosecco e Cava, che non permetteranno la vendita in lattina.
L’idea si è evoluta post pandemia, quando con l’incremento del delivery i consumatori più giovani hanno iniziato a volere soluzioni pratiche, da asporto, per poter consumare anche all’esterno, ed è così che si è fatta largo la nostra lattina.
Si va di lattina anche in Italia
Il progetto, di origini estere ha raccolto l’interesse anche di giovani produttori italiani, fra alcune delle realtà più note, spicca il progetto del brand “SNAAB” dalla parola “snob” -senza dignità- nome che come spiega il produttore romano Paolo Carpineti, intende dimostrare giocosamente il valore di un prodotto innovativo che però conserva la sua autenticità.
La qualità è garantita da un’accurata lavorazione del prodotto che necessita di differenti trattamenti rispetto al vino in bottiglia, come ad esempio la diminuzione dei solfiti che renderebbero la bevanda acida. PUOI LEGGERE L’INTERO ARTICOLO SU “La Repubblica“
Tirando le somme e lavandosi dai pregiudizi il vino in lattina potrebbe diventare una valida proposta sia a livello ecologico sia per controllare il consumo della bevanda alcolica.
Secondo la Grand View Research, questo mercato è valso 235,7 milioni di dollari nel 2021 e sarebbe destinato a superare i 570 milioni entro il 2028.
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