Il Trieste Convention Center conferma l’Italia tra le eccellenze mondiali per la produzione di olio
OLIO ITALIANO – La quattordicesima edizione del Trieste Convention Center, a Porto Vecchio, ha ospitato per tre giorni le migliori eccellenze olivicole del nostro paese. L’obiettivo dell’edizione 2022 è stato il rilancio del settore agricolo, dopo le problematiche degli ultimi due anni, causate dalla pandemia di covid-19. L’Italia si conferma il secondo produttore mondiale di olio, con i suoi 1.133.000 ettari e le sue 642.000 aziende, per una produzione (solo nel 2021) di circa 381.000 tonnellate di olio.

Il programma
Olio Capitale ha presentato degustazioni e workshop dedicati ai segreti dell’olio, Natalia Rosso ha parlato dell’olio extravergine di oliva, Antonella Calabretti riguardo l’abbinamento di pesce e salute e Deborah Bonazza alcuni segreti della dieta mediterranea. Sono seguiti anche alcuni workshop formativi sul turismo dell’olio ed i vari percorsi gastronomici. La giornata successiva, quella conclusiva, è iniziata con la rassegna La gestione del frantoio per ottenere la massima resa e la massima qualità per i mercati esteri, seguita dal talk di Luigi Mancini di Food Labelling e un workshop sui regolamenti dell’UE, spiegati dall’agronomo, giornalista e direttore del Teatro Naturale, Alberto Grimelli.
Le parole di Antonio Paoletti
Il Presidente della Camera di Commercio Venezia Giulia si è mostrato entusiasta della convention dedicata ad un prodotto così importante, per le nostre terre e per l’estero: “Sono particolarmente lieto di essere qua in Porto vecchio nei nuovi spazi del Trieste Convention Center, un desiderio diventato realtà. Uno dei temi centrali di questa 14a edizione è quello di rilanciare l’agricoltura del settore che in questi anni ha visto un abbandono rilevante. Le problematiche di coltivazione e la remunerazione del prodotto non sempre riconosciuta hanno portato negli anni, nei contesti più difficili, ad un progressivo abbandono degli oliveti”. E ha continuato: “L’olivo tuttavia è profondamente radicato nella storia, nell’economia e nel paesaggio italiano, per cui il recupero degli oliveti abbandonati non deve essere valutato solo in termini esclusivamente produttivi, ma anche per il ruolo paesaggistico e sociale che la pianta dell’olivo possiede, assieme al suo grande valore simbolico e culturale”.
Per avere maggiori informazioni a riguardo, basta leggere l’articolo completo, disponibile qui -> Olio Capitale, continua la kermesse in Porto Vecchio.