MERCATO VINO GIOVANI – Sono ormai almeno un paio d’anni che tutte le ricerche svolte nei principali mercati mondiali del vino, sia vecchio che nuovo mondo, rilevano una diminuzione del numero di consumatori di vino nelle fasce sotto i 40 anni di età. L’ultima conferma si trova in una recente ricerca di Wine Intelligence sul mercato della Gran Bretagna che fa una grossa rivelazione sui gusti dei giovani.
I dati della ricerca di Wine Intelligence sul mercato del vino e i giovani
I consumatori abituali di vino nella fascia di età 18-39 anni sono calati dal 37% del 2010 al 26% di oggi. Attualmente quindi la Generazione Z (18-24 anni) conta per il 5% dei consumatori abituali di vino, i Millennials (25-39 anni) per il 21%, la Generazione X (40-54 anni) 25% e i Boomers (da 55 anni in su) per il 48%.
In termini di quantità consumata il peso dei consumatori di età più avanzata è ancora più alto, perché la frequenza di consumo è superiore, mentre in termini di valore le fasce più giovani aumentano un po’ la propria quota per il maggior consumo nel canale horeca e quindi i prezzi mediamente più alti.
Nelle fasce più giovani il vino si trova a competere di più con le altre categorie di alcolici, come sidro, cocktails e ready to drink. Generazione Z e Millennials infatti, anche nel vino, preferiscono esplorare nuovi stili e danno una valenza più sociale rispetto al consumo di vino (occasioni speciali, condivisione, amicizia), diversa dalla visione funzionale (profilo organolettico, abbinamento al cibo, relax) che caratterizza i boomers.
I gusti dei giovani che influenzano il mercato del vino
La dimensione sociale implica anche una maggior componente ostentativa nel consumo di vino rispetto alle fasce più anziane ed un consumo moderato, perché, più di un tempo (e per fortuna) ubriacarsi è considerato socialmente out.
Da una parte i vini preferiti dai consumatori più giovani sono quelli facili da capire, con sapori più morbidi e che offrono affidabilità e sicurezza, anche attraverso la presenza di marche forti e riconosciute, come nel caso di spumanti ed i rosè.
Dall’altra, la curiosità e la ricerca di originalità/autenticità portano a cercare ed apprezzare i vini naturali e biologici. Se pensiamo al successo di pubblico dell’ultimo mercato dei vini della FIVI a Piacenza, lo scenario non sembra molto diverso anche qui in Italia
In sostanza i comportamenti di consumo nei confronti del vino da parte delle persone nella fascia tra l’età legale per bere alcolici ed i 40 anni sono dettati dalle tendenze che determinano i comportamenti generali di questi consumatori: attenzione all’ambiente, responsabilità sociale, ricerca dell’autenticità, curiosità, esplorazione, digitalizzazione.
Confronto tra passato e presente
Niente di troppo nuovo sotto il sole dalla parte della domanda.
Di diverso rispetto al passato c’è uno scenario competitivo molto più affollato dalla presenza di altre categorie di bevande alcoliche e non. Scenario in cui però il vino ha molte carte potenzialmente vincenti da giocare.
Voglia di esplorare e ricerca di varietà? Tra vitigni, territori e stili (per non parlare delle annate) le proposte del vino sono praticamente infinite.
Preferenza verso sapori morbidi, tendenti al dolce? Musica per le orecchie dei produttori di vini dolci che invece sembrano in declino ormai da anni.
Naturalità e autenticità? Anche quando la produzione è fatta con processi “convenzionali” il vino è intrinsecamente più naturale di qualsiasi altra bevanda alcolica. Allo stesso modo è più autentico per definizione.
Il problema allora forse sta più nella proposta con la stragrande maggioranza dei vini appiattiti sul modello “degustativo”, con qualità definita dagli “esperti” secondo parametri “oggettivi”, legati principalmente ad intensità e complessità organolettica e ad un impegno da parte del consumatore nel momento di consumo.