Occhi neri come due chicchi di … Brunello. Col di Lamo a Montalcino come una enclave nel Sancta Sanctorum del Re toscano. Arancione, come il colore “dell’alba e del tramonto”. Come il profilo di donna sulle etichette, essenziale e tagliente come la lama che affonda nella vigna, smuove la terra, cura le barbatelle, pettina i filari.
È qui la storia di Giovanna Neri, donna e imprenditrice che con il colore dell’alba e del tramonto ha infranto un codice, rotto uno schema e creato un brand. Controcorrente, sempre, come quando da sola ha dovuto tirarsi su le maniche e ricominciare. Dalla vigna e dal suo vino.
Il vino è emozione
Col di Lamo come una scommessa costruita sulla pietra del casale e lungo gli ottanta ettari che declinano nelle dolci colline tra la Val d’Orcia e Siena. Una storia di tenacia e forti innovazioni, in vigna ma anche nella community del web.
I social network sono la vetrina del racconto quotidiano perchè “il vino è emozione e comunicarlo è un dovere per chi, come me, ha il privilegio di fare il mestiere più bello del mondo” dice mentre smanetta su Twitter.
La potenza dei social ti permette di entrare in contatto con un’infinità di persone in ogni angolo della terra; persone che amano il vino, lo conoscono o più semplicemente lo vogliono scoprire. Per me significa parlare del legame con la terra, delle tradizioni e della cultura che lega il lavoro del vignaiolo alla cultura antica di questi luoghi, dove la cura, il rigore e il rispetto per la terra sono la cifra che ha reso Montalcino e il Brunello unici al mondo
È l’amore di una donna
Intorno silenzio e vigne. “Il mio lavoro è molto più di una passione; è l’amore di una donna verso il proprio uomo, l’amore di una madre per i figli” dice orgogliosa mentre mostra le “creature”: il Rosso di Montalcino, il Brunello di Montalcino, il Lamo e l’Acquavite.
Giovanna li fa a mano, decidendo e guidando ogni singola fase, prima in vigna, poi in cantina. “Come mi ha insegnato mio padre dal quale ho ereditato il podere dove attorno all’anno Mille, sorgeva una Posta, proprio qui sulla Via Francigena. Il vino mi ha salvato, ogni volta e senza dirmelo. La mia vita è qui, legata alle stagioni, alla pioggia, al vento, al sole”.
La filosofia di Giovanna che oggi condivide tutto ciò che ha creato con la figlia Diletta, sta nella poesia di Martha Medeiros, erroneamente attribuita a Pablo Neruda, che in alcuni passaggi dice così:
Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine… chi non cambia marcia… Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle i, piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non rovescia il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati
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