Il Barbera d’Asti batte la pandemia: cifre assurde nell’export

Il Barbera d’Asti chiude il 2021 con un giro d’affari stimato intorno ai 400 milioni di euro, con un quarto dell’export di vino piemontese tutelato dal Consorzio. L’export si allarga verso il Nord Europa, Usa, Canada e continente Asiatico. Barbera d’Asti conta una produzione (nel 2021) di circa 20 milioni di bottiglie, ed una produzione complessiva di 65 milioni di bottiglie. I numeri dell’azienda Piemontese sono sicuramente a prova di crisi pandemica.
Numeri da capogiro
Tra i 9 Doc e i 4 Docg spiccano 20 milioni di bottiglie di Barbera d’Asti, che hanno avuto una crescita esponenziale del +5,6%, così come i top del Monferrato, come il Nizza, che ha superato le 700.000 bottiglie, con un +13%, con un prezzo medio di € 20 a bottiglia. Il Ruchè di Castagnole Monferrato invece va oltre il milione di bottiglie. Il Barbera d’Asti Superiore DOP, che sarebbe la Barbera invecchiata per 14 mesi, con 6 mesi di affinamento in botte, invece supera i 5 milioni di bottiglie (+5,6%).
Le parole del Presidente Filippo Mobrici
“È stato ovviamente un anno difficile, come per tutti, ma i vari indicatori ci dicono che non solo abbiamo tenuto le posizioni alla grande, ma il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato cresce in termini numerici e, soprattutto, qualitativi: questo significa che non solo paga la professionalità, ma la capacità che i nostri produttori hanno avuto di investire sul territorio, facendosi loro stessi ambasciatori di queste meravigliose terre Unesco. Qui non si tratta di celebrare un vino piuttosto che un altro. Ognuna delle nostre Doc e Docg ha peculiarità che le rendono uniche. Dobbiamo insistere su questa strada, nel solco della tradizione e del cambiamento e di uno straordinario lavoro collettivo. Tanto è vero che sono sempre di più gli imprenditori anche non astigiani che investono sui nostri vigneti”.
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