Alessio Aiani racconta Unione Italiana Vini
Tra curiosità, eventi futuri e l’attuale mondo del vino.
ALESSIO AIANI UNIONE ITALIANA VINI – La più importante associazione delle imprese italiane del vino, Unione Italiana Vini, rimane ad oggi la rappresentanza più grande nel settore. Fondata nel 1895, comprende più di 600 aziende e 150.000 viticoltori. Grazie alla sua storia ed esperienza, UIV detiene l’85% dell’export italiano di vino e il suo storico magazine, Il Corriere Vinicolo, dal 1928 è andato ben oltre le 3.600 edizioni e le 57.000 pagine stampate. Abbiamo avuto il piacere di intervistare Alessio Aiani, Chief Operating Financial Officer dell’Unione Italiana Vini, a cui abbiamo posto alcune domande sulla situazione attuale del mercato del vino, sugli eventi futuri e molte altre curiosità!
Lasciamo spazio alle parole di Alessio Aiani, a cui abbiamo posto qualche domanda:
– Alessio Aiani, come si è avvicinato ad Unione Italiana Vini?
Mi sono avvicinato per caso ma sono stato subito colpito dall’unicità del modello organizzativo con cui UIV svolge la propria mission.
– Cosa è, Alessio Aiani, che maggiormente l’ha colpita del progetto di Unione Italiana Vini?
Quando ho conosciuto Unione Italiana Vini sono rimasto affascinato dall’unicità del modello organizzativo con cui svolge la propria mission di rappresentanza sindacale del mondo del vino italiano. La visione strategica dei fondatori ha implementato un progetto di rappresentanza trasversale dell’intera filiera vitivinicola. Unica nel suo genere tale attività è supportata dalla conoscenza tecnica che la stessa associazione deriva dal portafoglio di servizi altamente specializzati erogati a favore dei soci e dei non soci.
Questo mix di relazioni e competenze rende unico ed efficace il progetto UIV.
– Da quanti anni ne fa parte e in quale veste?
Sono entrato nella squadra di UIV a fine 2011 con la mansione di Cfo.
– Alessio Aiani, in 126 anni di storia, quali record importanti può vantare, ad oggi, Unione Italiana Vini?
Il sistema UIV – confederazione della vite e del vino è l’associazione di rappresentanza più importante delle imprese italiane del vino, oltre 660 aziende associate rappresentano più di 150.000 viticoltori, più del 50% del fatturato italiano del vino e 85% del fatturato export del settore. Oltre 3.500 aziende si avvalgono dei servizi specialistici di UIV e 12.000 lettori alla settimana consultano il Corriere Vinicolo.
– Ci sono eventi o progetti importanti per questo 2022? Cosa si devono aspettare gli amanti del vino quest’anno e nei prossimi anni?
Nel 2022 tornerà la 29esima edizione di SIMEI, la manifestazione di Unione italiana vini (Uiv) leader mondiale delle tecnologie per enologia e l’imbottigliamento inizialmente programmata dal 16 al 19 novembre 2021, e posticipata come diretta conseguenza dell’emergenza sanitaria. SIMEI è un evento b2b complesso anche sul piano logistico e a forte propensione internazionale. SIMEI, ha chiuso l’edizione 2019 con 33.000 operatori provenienti da oltre 90 Paesi e più di 500 espositori.
L’Italia è leader mondiale del settore con un fatturato di circa 2,9 miliardi di euro l’anno questi, il 70% è destinato all’export per una bilancia commerciale attiva di circa 1,8 miliardi di euro

– Il mondo del vino col covid: cosa è cambiato da prima, in meglio o in peggio
Nell’anno della pandemia – 2020 – il settore vitivinicolo a livello mondiale ha subito drastici cambiamenti: il più impattante è stato dovuto alla chiusura del settore ristorazione, che nel mondo veicola le eccellenze delle produzioni (vini spumanti metodo classico, vini premium e ultrapremium). Molto di questo prodotto è stato dirottato verso il settore retail, che ha aumentato notevolmente le proprie quote di mercato, in alcuni Paesi già significativamente molto alte (UK, Germania, Nord Europa).
A livello di consumi, vi è stato un ritorno sia verso le categorie di prodotto più conosciute (ritenute una sorta di “rifugio” in tempi di crisi), sia verso formati più capienti (bag-in-box, vetro da 1,5 litri e superiori), fattore dettato dalla economicità e dalla praticità (scorta).
In genere, vi è stato un innalzamento dei prezzi di vendita al pubblico (meno promozioni, spostamento sul canale e-commerce, mediamente più caro rispetto allo store), che è proseguito in maniera strabordante nel 2021, quando al fenomeno inflattivo proprio del settore si è aggiunto quello del revenge spending (l’utilizzo dei risparmi del 2020): per alcune categorie di prodotto, tra cui le più penalizzate nel 2020 (Champagne e luxury), i fatturati incamerati nel 2021 equivalgono all’incasso che si sarebbe ottenuto in 5 anni secondo le medie di crescita pre-Covid.
La pandemia ha spinto le imprese su scala globale a vari tipi di razionalizzazioni: da una parte, l’uscita progressiva dal segmento “basic” (diventato improduttivo a livello di margini), lasciato agli “specializzati” della categoria, e dall’altra il consolidamento industriale: acquisizioni di marchi top di gamma, inglobamento di marchi di categorie diverse (spirits, Rtd’s), consolidamenti aziendali (fusioni, acquisizioni da parte di fondi di investimento ecc.), per rispondere ai consolidamenti avvenuti negli anni passati su scala distributiva.
– Alessio Aiani e Unione Italiana Vini sugli effetti futuri del covid sulla filiera industriale
Oggi, la filiera industriale è composta da tipologie ben precise di aziende: grandi gruppi multinazionali operanti anche su category diverse, grandi aziende verticali proprietà di fondi, aziende cooperative, aziende-gruppi familiari operanti in diversi areali, piccole e medie aziende territoriali, tutte aventi una potente spinta verso la premiumizzazione del mercato e del consumo. Si assisterà nei prossimi anni a una grande spinta/concentrazione di offerta nella parte medio-alta dello scaffale, quella più remunerativa, ma dove gioco forza i volumi sono inferiori e in un recinto competitivo che per il calo strutturale dei consumi e lo switch verso altre tipologie di alcolici si va progressivamente restringendo.
Per maggiori informazioni su Unione Italiana Vini basta visitare la pagina ufficiale www.unioneitalianavini.it.

Sebastiano Musmeci nasce a Palermo e ha conseguito due lauree, in Filosofia della Conoscenza e della Comunicazione e in Scienze della Comunicazione Pubblica, d'Impresa e Pubblicità, presso l'Università degli Studi di Palermo. Da sempre appassionato di tecnologia, digital e musica.